Lunedì 13 Dicembre 2021 la Lega Braccianti ha indetto una manifestazione presso l’insediamento dei braccianti a Torretta Antonacci in agro San Severo (Foggia) per opporsi allo sfruttamento e al business dell’assistenzialismo imprenditoriale sulla pelle dei braccianti e delle braccianti in quanto “Neri”.
Il business dell’assistenzialismo è funzionale al caporalato, contro cui la Lega Braccianti combatte ogni giorno nel fango della miseria e dello sfruttamento socio lavorativo. Lo è dal momento che l’assenza di emancipazione delle braccianti e dei braccianti nei campi è fonte di guadagno per coloro che, con i soldi dei contribuenti, tengono vivi i funzionamenti razzializzanti dell’accoglienza in Italia ghettizzando i braccianti “neri” in quanto le cui vite vanno amministrate da soggetto o enti “terzi”. I braccianti sono lavoratori e hanno il diritto di amministrare le loro vite da soli.
La manifestazione del 13 Dicembre nasce da una questione non procedurale, ma prettamente politica, nell’ambito dei Fondi europei da destinare alle regioni italiane dove si consumano i più feroci drammi dello sfruttamento lavorativo dei braccianti senza che le amministrazioni locali siano state in grado di monitorare e di prevenire tale fenomeno. Nell’arco temporale tra il 2014 e il 2020, la Commissione Europea, attraverso la Direzione Generale Migratoria e Affari Interni, ha approvato nell’ambito del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione il progetto “Su.Pr.Eme. Italia”, presentato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per un importo di euro 30.237.546,36 milioni dicontributo comunitario pari al 90% dell’importo complessivo del progetto, pari a euro 33.557.713,33 milioni.
In aggiunta a questi fondi, il Ministero, attraverso il Fondo Sociale Europeo – Pon Inclusione, ha finanziato (in complementarità al progetto “Su.Pr.Eme. Italia”) per un importo pari a 12.799.680,00 milioni di euro il progetto “P.I.U. Su.Pr.Eme.” presentato dalle regioni Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania e Calabria. La poca trasparenza su questi flussi di denaro, che han portato poche soluzioni alla miseria dei braccianti in tutte le regione sopra citate, si unisce al paternalismo razzializzante e colonialista che parte dall’idea che i lavoratori migranti non sono in grado di gestire le loro stesse vite.
Questa dinamica si esprime in maniera eclatante con l’atto dirigenziale n°82 del 22/06/2020 tramite cui la Regione Puglia ha deciso di appaltare alla Federazione delle Misericordie Puglia la vita delle lavoratrici e dei lavoratori braccianti dell’insediamento di Torretta Antonacci (Foggia). 50.000€ ogni sei mesi senza un chiaro rendiconto delle spese, affidati a un’associazione che non conosce le miserie dei braccianti, che si sono conquistati questi sostegni con le loro lotte.
Per questo il 13 Dicembre è stato molto importante organizzarsi per ribadire che né la Federazione delle Misericordie, né altre organizzazioni hanno il diritto di gestire le nostre vite.
In questo contesto, è triste ma necessario riportare la reazione di alcuni operatori della Federazione delle Misericordie, che non tenendo fede ai principi cattolici di carita gratuita, ai valori cristiani del libero arbitrio, al comandamento dell’amore per il prossimo, hanno espresso disprezzo nei confronti di coloro che vivono e lavorano nel fango della miseria, che pretendono semplicemente di essere trattati come essere umani.
Senza paura abbiamo ribadito che non consentiremo mai a nessuno di guadagnare impropriamente sulla nostra miseria. Non abbiamo paura di nessuno perché Giuseppe di Vittorio, punto di riferimento delle nostre lotte per il miglioramento socio lavorativo, ci ha insegnato a non togliere MAI il cappello dinanzi a qualsiasi padrone.
Che la collusione tra il caporalato con le istituzioni e il business dell’assistenzialismo imprenditoriale non rendano più invisibile la miseria delle donne e dei uomini braccianti “NERI” volutamente ghettizzati, che lottano quotidianamente per la loro emancipazione.
Abbiamo in conclusione rivolto pubblicamente al Presidente della regione Puglia Michele Emiliano le seguenti richieste:
- condannare e dissociarsi, anche a nome di tutta la Regione, dal gesto indecoroso della volontaria dei vostri appaltatori della Federazione delle Misericordie di Puglia;
- stralciare l’atto dirigenziale n°82 del 06/2020 considerato che l’insediamento di Torretta Antonacci è la casa dei braccianti e non un centro di accoglienza;
- accompagnare, come chiediamo inascoltati da mesi, le lavoratrici e i lavoratori braccianti nella gestione, da protagonisti e non sudditi, della propria vita senza la logica colonialista e d’assistenzialismo imprenditoriale di deriva razzista;
- rendere pubblica la rendicontazione delle spese e delle attività svolte dagli appaltatori. Questo ultimo punto è particolarmente importante perché richiama la coerenza di chi ci spiega la supremazia degli aspetti tecnici e contabili dei fondi pubblici sulla vita delle persone migranti, che dovrebbero teoricamente essere i diretti beneficiari dei fondi pubblici;
Questa nostra lotta non è solo per noi donne e uomini braccianti, ma come disse Giuseppe Di Vittorio “la nostra causa è la causa del progresso generale, della civiltà della giustizia fra gli uomini”.
LINK VIDEO: https://youtu.be/ddw85I_4VgI
FOTOGRAFO: Domenico Iannantuono: https://www.domenicoiannantuono.com/